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Bandit: Storia e Cinematografia a Confronto

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L’imprevedibile percorso criminale di Gilbert Galvan ha scritto una pagina indelebile nella cronistoria della malavita canadese. In un lasso temporale di tre anni, questo singolare ladro ha messo a segno una serie di colpi praticamente in ogni provincia del Canada, tranne che a Prince Edward Island e Newfoundland, realizzando il primato nazionale con quasi 50 rapine bancarie, di cui 21 soltanto nell’arco di un solo anno.

Cronaca di una vita al limite: Gilbert Galvan e la serie di rapine bancarie

Gilbert Galvan, la cui storia vera ha ispirato la trama del film “Bandit”, è stato un rapinatore d’eccezione dato che, durante il suo “periodo d’oro”, è riuscito a perpetrare 21 colpi in 365 giorni, senza programmare esplicitamente un’intensità tanto estrema. Il rapinatore confermò in un’intervista concessa alla CBC News di aver operato in una geografia criminale vasta quanto una nazione intera, ad eccezione di due province.

Fuga e identità nascosta: l’evasione dal carcere e il matrimonio

Nativo di Los Angeles, Gilver Galvan fuggì da una prigione in Michigan nel 1984 e, una volta in Canada, iniziò una nuova vita sotto falso nome. Qui sposò una donna canadese di nome Janice, senza però rivelarle alcun dettaglio del suo passato criminale o la propria reale identità. La coppia visse una vita modesta, mettendo al mondo due figli. Janice era convinta che il marito lavorasse come corriere per una compagnia di Calgary, e lo accompagnava spesso all’aeroporto per i suoi presumi “viaggi d’affari”.

Il doppio volto di “Robert Whiteman”

Una volta oltre il confine, Galvan assunse l’alias di Robert Whiteman, con cui divenne noto anche alla moglie Janice. Prima di reinventarsi come cittadino canadese, Galvan aveva alle spalle negli USA una lunga lista di crimini a suo carico, accumulati sin dall’età di 17 anni, sotto il suo vero nome.

Il soprannome: “The Flying Bandit”

Galvan guadagnò il soprannome di “The Flying Bandit” per la sua metodica operativa che prevedeva viaggi aerei nelle città da colpire. Raccontava alla moglie di dover partire per viaggi d’affari, usufruendo sempre della prima classe e accumulando miglia aeree sul programma Aeroplan di Air Canada. Il soprannome e il titolo del film “Bandit” traggono origine da questa peculiare abitudine, ampiamente diffusa dalla stampa dell’epoca.

L’inseguimento: George Snyder e il caso di Galvan

Il personaggio dell’agente John Snydes nel film trova fondamento reale nella figura di George Snyder, un ufficiale sotto copertura della polizia provinciale dell’Ontario, il quale qualificò Galvan come il miglior rapinatore mai incontrato nella sua carriera.

Traffico d’armi e travestimenti: l’attrezzatura del Bandito Volante

Galvan nascondeva due pistole nel bagaglio da stiva, sicuro della mancata ispezione a raggi X su voli domestici, e portava i suoi travestimenti in una borsa per vestiti. Vestiva sempre con eleganza, indossando talvolta travestimenti sopra al suo abito per compiere i rapinati e ingannando la polizia, facendo finta di essere un curioso osservatore post-rapina.

Allegati sentimentali e professionali: Galvan e Tommy Craig

Galvan strinse una profonda amicizia con Tommy Craig, noto ricettatore conosciuto come “The Fat Man”, personaggio che nel film è interpretato da Mel Gibson. Sebbene Craig non abbia mai confermato un’associazione criminale diretta, il loro legame è sotto gli occhi di tutti, evidenziato da un rapporto di vicinanza e collaborazione.

La reputazione e l’arresto: la cattura die “The Flying Bandit”

La popolarità di Galvan crebbe al punto tale da risultare un personaggio ben voluto da amici e conoscenti. Ciò non lo esentò da errori che portarono alla sua caduta, causata dall’imprudenza del suo partner. Abbandonate maschere e un fucile a canne mozze, il collegamento con Tommy Craig e l’associazione con Galvan divennero lampanti, consentendo alla polizia, dopo il ritrovamento dei suoi travestimenti, di arrestarlo all’aeroporto di Pembroke.

Conclusione e redenzione: il verdetto e la vita successiva di Gilbert Galvan

Dopo essersi dichiarato colpevole per 59 rapine a mano armata che gli fruttarono 2.5 milioni di dollari, Galvan fu condannato a 20 anni di reclusione. Nonostante il suo rilascio e i tentativi di reinserimento nella società, Galvan cadde nuovamente nella tentazione, venendo nuovamente arrestato per furto agli inizi del 2000.

In definitiva, la vita di Gilbert Galvan è stata un susseguirsi di eventi tumultuosi, tra colpi geniali e cadute rovinose, realizzando un racconto talmente straordinario da attirare l’attenzione della settima arte e trasformarsi in un film che ha riscosso l’apprezzamento dello stesso Galvan.

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The Bikeriders: La Vera Storia Contro la Versione di Hollywood

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The Bikeriders: verità e finzione

The Bikeriders, film di Jeff Nichols, trae ispirazione dal fotolibro del 1968 di Danny Lyon, ma presenta molte libertà narrative rispetto ai fatti reali. Le seguenti sezioni esplorano queste discrepanze, analizzando la veridicità dei personaggi e degli eventi rappresentati.

ispirazione reale dietro The Bikeriders

il libro fotografico di danny lyon

Il film The Bikeriders si basa sul fotolibro di Danny Lyon del 1968, che documenta la vita del club motociclistico Chicago Outlaws, rinominato Chicago Vandals nel film. Lyon, interpretato da Mike Faist, trascorse quattro anni con il club. Il libro non offre dettagli estesi sui membri, portando la pellicola a inventare molte parti della trama. L’obiettivo di Nichols era evitare di urtare i membri attuali del club, ancora operativi.

Jeff Nichols ha dichiarato a Entertainment Weekly: “The Bikeriders è finzione”, sottolineando che il film si basa su reali eventi e interviste, ma strutturati in uno script di fantasia. Anche Lyon ha confermato il carattere inventato del copione, basato su monologhi registrati nel suo libro.

accuratezza del personaggio di danny lyon

Il film non rappresenta fedelmente Danny Lyon. La pellicola lo presenta come studente di fotografia, mentre nella realtà aveva già concluso gli studi e aveva 24 anni quando si unì ai Chicago Outlaws. Era un membro effettivo del club, condividendo lo stile di vita dei motociclisti, e non un semplice estraneo accolto nel gruppo.

i personaggi di The Bikeriders e le persone reali

personaggi ispirati a persone reali

Molti personaggi del film si basano su membri effettivi del club. Questi includono:

  • Benny (Austin Butler)
  • Johnny (Tom Hardy)
  • Zipco (Michael Shannon)
  • Funny Sonny (Norman Reedus)
  • Cal (Boyd Holbrook)
  • Cockroach (Emory Cohen)

Funny Sonny, ad esempio, era un ex membro degli Hell’s Angels. Le immagini di questi individui sono presenti nel fotolibro di Lyon e su Instagram.

rappresentazione della violenza di johnny

Johnny, interpretato da Tom Hardy, è dipinto come un individuo violento nel film, mentre nella realtà il presidente del club era noto per il suo carattere pacifico. La violenza del personaggio serve la narrativa drammatica del film, distanziandosi dai resoconti veritieri.

verità dietro il personaggio di kathy

Kathy (Jodie Comer) si basa su Kathy Bauer, che si innamorò di Benny. Come nel film, si sposarono cinque settimane dopo essersi conosciuti. Alcuni dettagli, come la sua prima reazione a Benny, riflettono fedelmente le interviste reali. La pellicola omette fatti significativi, come i tre figli di Kathy avuti da una precedente relazione.

Nel film, la relazione di Kathy e Benny appare più lineare, tralasciando complessità importanti per semplificare la storyline.

registrazioni originali

Le interviste che hanno ispirato The Bikeriders sono disponibili sul sito di Danny Lyon, BleakBeauty.com. Questi documenti audio offrono una risorsa preziosa per comprendere le divergenze tra film e realtà.

Il film The Bikeriders rimane un’interessante esplorazione narrativa di un periodo e un gruppo specifico, anche se con numerose licenze poetiche rispetto ai fatti storici documentati da Danny Lyon.

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Hit Man, la vera storia dietro il Film

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L’episodio in questione confronta il film Hit Man su Netflix con la storia vera dell’investigatore Gary Johnson, che si è finto un finto sicario per incastrare individui che cercavano di assumere qualcuno per commettere omicidi. Durante la sua operazione sotto copertura, Johnson ha catturato oltre 60 persone. Viene spiegata l’accuratezza storica delle prime scene e il punto in cui Hit Man diverge dalla realtà per abbracciare la finzione completa.

la vera storia di gary johnson

il contesto dell’investigazione

Gary Johnson, un investigatore di lunga esperienza, ha condotto un’operazione sotto copertura in cui si è finto un sicario. Lo scopo della missione era smascherare e arrestare individui che tentavano di orchestrare omicidi attraverso un killer a pagamento. Durante questo periodo, Johnson è riuscito a catturare più di 60 persone coinvolte in questo tipo di attività illecite.

strategia e risultati dell’operazione

L’approccio di Johnson consisteva nel farsi passare per un sicario disponibile ad accettare incarichi per uccidere. Questa operazione ha non solo smascherato i criminali, ma ha anche portato ad una serie di condanne significative, mostrando l’efficacia dell’infiltrazione sotto copertura come metodo investigativo.

discrepanze tra realtà e finzione

come il film si discosta dalla realtà

Il film Hit Man inizia con un’accurata ricostruzione delle prime vicende di Gary Johnson, rimanendo fedele ai fatti storici. Con l’avanzare della trama, la narrazione prende una piega più romanzata, allontanandosi dagli eventi reali. Il film abbandona rapidamente la veridicità storica per abbracciare una narrazione completamente fittizia, trasformando la storia originale per incrementare l’elemento drammatico.

elementi realistici nelle fasi iniziali

All’inizio, il film rappresenta fedelmente le tecniche investigativa adottate da Johnson, inclusi i metodi di infiltrazione e le modalità di interazione con i criminali. Le prime scene forniscono una visione realistica del lavoro dell’investigatore, prima che la trama prenda una svolta più fantasiosa.

note finali

La storia di Gary Johnson è un esempio significativo di come la realtà a volte possa superare la finzione. La sua abilità nel catturare oltre 60 persone attraverso una operazione così pericolosa e ingegnosa mette in luce l’importanza dell’infiltrazione sotto copertura nel campo delle indagini criminali.

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Hit Man: La Verità Storica dietro il Mito di Hollywood

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Il film di Netflix Hit Man trae ispirazione dalla vita di Gary Johnson, un professore universitario che collaborava con il Dipartimento di Polizia di New Orleans fingendosi un sicario per attirare potenziali clienti. Nonostante si basi su fatti reali, il film amplifica notevolmente alcuni aspetti della storia, specialmente per quanto riguarda la relazione di Johnson con una donna ritratta in modo molto più romanzato rispetto a quanto avvenuto nella realtà.

il vero Gary Johnson

vita professionale e personale

Gary Johnson, nato il 28 marzo 1947 a Humble, Texas, e deceduto il 5 settembre 2022 a Kingwood, Texas, era un investigatore dello staff dell’ufficio del procuratore distrettuale della Contea di Harris. Lavorava anche come professore a contratto due sere a settimana, insegnando corsi su sessualità umana e psicologia generale. Questo incarico part-time si aggiungeva al suo lavoro principale, che consisteva nel migliorare e duplicare registrazioni audio e video per processi giudiziari. Per i suoi vicini e le persone che incontrava, dichiarava di lavorare nelle risorse umane.

abilità attoriali e missioni sotto copertura

Johnson possedeva notevoli capacità attoriali, al punto da essere paragonato a Laurence Olivier nel campo delle forze dell’ordine. Si trasformava in vari personaggi a seconda delle necessità, convincendo chiunque, ricchi o poveri, che fosse un vero sicario. Questo talento gli permise di assumere identità diverse per catturare clienti che cercavano di commissionare omicidi.

coinvolgimento in arresti

Nei dieci anni antecedenti all’articolo di Skip Hollandsworth su Texas Monthly del 2001, Johnson aveva ricevuto più di sessanta commissioni di omicidio, che portarono ad altrettanti arresti nell’area di Houston.

personaggi e accuratezza storica

maddy masters

Il personaggio di Maddy Masters, interpretato da Adria Arjona, è basato solo parzialmente su una persona reale. Nella storia vera, una donna maltrattata cercò di ingaggiare Johnson per eliminare il suo fidanzato abusivo. Johnson, invece di accettare il denaro, la indirizzò verso servizi sociali e un terapeuta, l’unica volta in cui mostrò pietà.

relazione tra Gary e Maddy

Nel film, Gary sviluppa una relazione romantica con Maddy, ma nella realtà non ci fu alcun coinvolgimento sentimentale. Dopo aver indirizzato la donna verso i servizi di assistenza, la loro interazione terminò.

matrimoni di Gary Johnson

Gary Johnson fu sposato e divorziato tre volte. La sua seconda moglie lo descriveva come una persona riservata e solitaria. Viveva con due gatti, Id ed Ego, e nonostante fosse popolare tra le donne, l’attore Glen Powell che lo interpreta nel film appare molto più giovane e attraente di quanto non fosse lui realmente.

accuratezza del film

Il regista Richard Linklater ha ammesso che il film è stato notevolmente romanzato rispetto alla storia vera. La pellicola, che inizia con una nota che avverte della sua parziale veridicità, si discosta dalla realtà soprattutto dopo l’evento descritto nell’articolo di Hollandsworth.

commemorazione

Linklater ha avuto modo di conoscere Johnson personalmente, il che ha influenzato la realizzazione del film. Gary Johnson è deceduto nel 2022, senza poter vedere la versione cinematografica della sua vita. Il film è dedicato a lui e lo ricorda nei titoli di coda.

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