Film Storici
La verità dietro Il bambino con il pigiama a righe: storia reale o finzione?

Il bambino con il pigiama a righe, romanzo di successo di John Boyne, ha catturato l’attenzione di molti lettori e spettatori sin dalla sua prima edizione nel 2006 e dalla trasposizione cinematografica del 2008. Sebbene molte persone credano che la storia sia basata su eventi reali, si tratta in realtà di un’opera di fantasia con inesattezze storiche. Questo ha sollevato dibattiti sui miti pericolosi relativi all’Olocausto perpetuati dai personaggi e dagli eventi del libro.
bruno
Il protagonista del libro, Bruno, interpretato nel film da Asa Butterfield, è un ragazzo tedesco il cui padre, un ufficiale nazista di alto rango (David Thewlis), accetta un nuovo incarico, portando la famiglia a trasferirsi vicino a un campo di concentramento. Nonostante la sua giovane età, Bruno non mostra consapevolezza della guerra e della persecuzione degli ebrei, contrariamente a quanto sarebbe stato verosimile all’epoca, essendo figlio di un ufficiale delle SS. Mentre la vita di molti bambini tedeschi era immersa nella propaganda nazista, la rappresentazione di Bruno distorce la realtà della consapevolezza pubblica del tempo.
conoscenze limitate del personaggio
Bruno incarna l’idea ingannevole che i civili tedeschi fossero per lo più ignari degli eventi dell’Olocausto. In realtà, l’opinione pubblica era ben informata e molte persone approfittavano degli ebrei perseguitati, usufruendo dei loro beni confiscati. Nonostante una piccola parte della popolazione si opponesse al regime, la resistenza veniva rapidamente soppressa.
shmuel
Shmuel, interpretato da Jack Scanlon nel film, è l’amico ebreo che Bruno incontra oltre il filo spinato del campo. Benchè i due ragazzi sviluppino un legame d’amicizia, la caratterizzazione di Shmuel rimane piatta, riducendo la sua figura a quella di una semplice vittima, priva di individualità. Questo limita la capacità del lettore di empatizzare completamente con la sua situazione.
resistenza e caratterizzazione limitata
La rappresentazione di Shmuel e degli ebrei come passivi è fuorviante rispetto alla realtà storica. Infatti, la resistenza ebraica era presente in varie forme, sia dentro che fuori dai campi di concentramento. Un esempio significativo è la rivolta dei Sonderkommando ad Auschwitz-Birkenau. Ancora una volta, il libro omette di sottolineare adeguatamente la complessità e la resistenza delle vittime.
il finale del film
Il finale lascia il pubblico emotivamente colpito: Bruno scava un tunnel nel recinto e entra nel campo con Shmuel alla ricerca del padre di quest’ultimo. In una tragica sequenza, entrambi i ragazzi vengono portati nella camera a gas. Il nucleo emotivo del racconto si focalizza sulla disperazione della famiglia di Bruno, anziché sulla tragedia principale dell’Olocausto.
riflessioni sul finale e sulla sua rappresentazione
Mentre Shmuel rappresenta il milione e mezzo di bambini ebrei uccisi dai nazisti, il libro tende a indirizzare la simpatia dei lettori verso la famiglia nazista di Bruno, riducendo così la portata della vera tragedia dell’Olocausto. Questa scelta narrativa ha suscitato discussioni sulla rappresentazione delle vittime e dei carnefici nella storia.
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